La redazione di PrecarieMenti esprime solidarietà a Wu Ming, Valerio Evangelisti, Massimo Carlotto, Tiziano Scarpa, Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci, Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari e i molti altri scrittori colpiti dal diktat fascista di Raffaele Speranzon (Assessore allo sport, alla cultura e alle politiche giovanili della Provincia di Venezia), che ha proposto di escludere dalle biblioteche comunali della sua provincia le opere dei firmatari dell’appello in favore della scarcerazione di Cesare Battisti, nel 2004.

Escludere significa rimuovere i libri (che dovrebbero essere fisicamente eliminati dagli scaffali) e le persone, dichiarate “non grate” (niente più presentazioni o pubbliche letture). Sono inoltre previste ritorsioni (non si sa se economiche o professionali) ai comuni e alle biblioteche che delibereranno altrimenti.

Una lista delle opere e degli autori potete trovarla qui su Lipperatura: maggiori informazioni sulla vicenda sono reperibili su GIAP dei Wu Ming.

Comunque la si pensi sul caso Battisti, la proposta dell’assessore alla cultura Speranzon è in se stessa fascista: ad essere inconcepibile è l’ipotesi che si possano censurare delle opere letterarie, non boicottandole ma, si badi, eliminandole dalle biblioteche, in virtù di una posizione politica dei loro autori. E’ evidente il tentativo, tuttora in corso, di porre al bando qualsiasi voce non supinamente aderente al regime, e allo stesso tempo di imporre una lettura a senso unico della storia recente di Italia. “Terrorismo” come un’etichetta multiuso, per delegittimare qualsiasi dissenso, soprattutto quello, civile e democratico, contro uno status quo che ha sempre più i contorni di un regime.

Invitiamo i nostri lettori a mobilitarsi, diffondendo questa informazione finora messa in ombra dai mezzi di informazione mainstream, firmando appelli, bombardando di messaggi di protesta le redazioni dei giornali e le email di consigli comunali e provinciali coinvolti (cominciando da qui: raffaele.speranzon[at]comune.venezia.it), ed esprimendo solidarietà attiva.

Come precari della scuola e della cultura, anche questa fa parte delle nostre lotte. Aggiungiamo pertanto le nostre voci al coro di quanti, pur non essendo direttamente ‘toccati’ dall’episodio, rifiutano di vivere in un paese ogni giorno più fascista e credono nell’importanza della libera critica e del dissenso.

Esprimiamo inoltre la massima solidarietà ai bibliotecari, in quanto lavoratori della cultura (spesso precari), che subiscono con questo un diretto ricatto: l’ennesimo tassello di un disegno complessivo, per chi vorrebbe lavoratori docili, ricattabili e – possibilmente – privi di idee proprie.

Siamo tutt* persone non grate.