di Maria Novella De Luca

Fonte Repubblica.it

All’inizio i bambini si divertivano. Uscire dalla propria classe con il canottino a remi del mare, per essere traghettati fuori dall’aula allagata e piena di fango, era un fuori programma talmente inconsueto da essere emozionante. E ci vuole poco a far ridere un gruppo di ragazzini che si ritrova a navigare tra i banchi su una scialuppa di salvataggio. Adesso però quando piove e la classe si riempie di melma, i bambini non scherzano più: hanno paura, l’umido fa venire bronchiti, raffreddori e polmoniti. Avviene in Italia, a Palermo, all’istituto materno ed elementare Santo Canale del quartiere Partanna. Qui da alcuni giorni maestri e genitori hanno bloccato l’ingresso della scuola con picchetti e catene. “Non possiamo rischiare la pelle dei bambini ogni volta che piove – dice la dirigente scolastica – gli allagamenti sono continui, l’acqua raggiunge anche gli 80 centimetri e più volte i genitori sono stati costretti a portare fuori i loro figli con i canotti gonfiabili…”.

Tre settimane di scuola, e la scuola italiana è sempre più “Malascuola”. Sono bastati venti giorni per rendere evidente il disastro provocato dai tagli decisi dalla riforma Gelmini.

Da Nord a Sud si fa lezione in aule con oltre 40 studenti, mancano sedie e banchi, ieri un controsoffitto è crollato sulla testa di un gruppo di adolescenti a Bagnoli (e una ragazza è rimasta ferita), mancano saponi, detersivi, i sanitari sono rotti e le tubature perdono, e ovunque è emergenza per la sicurezza, perché i bidelli non ci sono più e non sempre professori e maestri riescono a controllare porte e corridoi. La situazione è talmente seria che nemmeno i contributi dei genitori bastano più a colmare le lacune, nonostante a Parma come a Roma famiglie e docenti abbiano imbiancato a loro spese classi e mense diventate impresentabili. E questo a fronte di una domanda di istruzione che cresce, aumenta. Con il paradosso che se gli studenti di quest’anno scolastico sono 7.805.947, contro i 7.768.506 del 2008/2009, il numero delle classi è invece diminuito, passando da 373.827 alle attuali 370.000. Dunque dopo lunghi periodi di “saldo negativo” le scuole tornano a riempirsi, ma l’offerta diminuisce, e il risultato è quanto scrive un giovane dell’Istituto tecnico industriale Ciampini di Novi Ligure: «Sono arrivato in una classe di 41 alunni in cui è quasi impossibile scrivere e a volte anche respirare. Una situazione indecente, è impossibile fare lezione così».